Landi: “Governo riveda politica fiscale, o settore verso il default”
Andamento negativo delle vendite di benzina e gasolio anche durante le feste natalizie, periodo generalmente di incremento degli erogati rispetto alle medie annue. La contrazione registrata tra il 23 dicembre e il 6 gennaio riflette la linea di tendenza negativa dell’anno appena concluso. Nel 2013 i consumi di benzina sono diminuiti mediamente del 5,7%, quelli di gasolio del 4,7% rispetto al 2012; peggio è andata sulla rete delle compagnie, dove si registrano perdite tra il 15 e il 30%. Dicembre, dunque, conferma la tendenza al ribasso delle vendite, smentendo la tradizionale fase di recupero che in genere andava a migliorare la media annua, con un ulteriore sofferenza sulla rete carburanti. E le prospettive non appaiono incoraggianti.
Dal 1° gennaio è scattato l’aumento dell’imposta di consumo sugli oli lubrificanti (da 750 a 787,81 per mille chilogrammi). Dal 1° marzo, invece, aumenteranno le accise su benzina e gasolio. È l’effetto del rincaro deciso dal decreto del fare (Dl 69/2013) e attuato con un provvedimento del Direttore Centrale dell’agenzia Dogane-Monopoli del 24 dicembre us. Le accise sulla benzina passeranno da 728,40 a 730,80 euro per mille litri mentre per il gasolio il prelievo salirà da 617,40 a 619,80 euro per mille litri.
Sono pessime notizie per i consumatori e per i gestori della rete carburanti che stanno assistendo ad una continua contrazione degli erogati. Peraltro l’ennesimo ritocco dell’accisa è solo il primo degli aumenti previsti di imposizione fiscale sui carburanti che dovranno sopportare gli italiani. Tra il 2014 e il 2017, infatti, sono programmati ben quattro incrementi. Nell’insieme, sulle spalle degli automobilisti italiani cadranno – fra il 2014 e il 2017 – maggiori imposte per 1,3 miliardi di euro: 1,07 di maggiori accise e 237 milioni dell’Iva relativa.