Rapporto tra il deficit e il Pil, nel terzo trimestre, è stato pari al 2,1%, in lieve peggioramento.
Il potere d’acquisto delle famiglie, ovvero il reddito reale, è aumentato nel terzo trimestre 2016 dello 0,1% sul trimestre precedente e dell’1,8% su base annua.
Lo rileva l’Istat registrando, in termini tendenziali un aumento dell’1,9% del reddito disponibile delle famiglie. Il reddito disponibile rispetto al trimestre precedente, è aumentato dello 0,2% mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. La propensione al risparmio delle famiglie si attesta al 9,3% nel terzo trimestre 2016, in lieve calo (-0,1%) rispetto al trimestre precedente ed in aumento dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2015. La lievissima flessione congiunturale della propensione al risparmio rispetto al trimestre precedente, osserva l’Istituto di statistica, deriva da una crescita dei consumi finali di poco superiore a quella del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (rispettivamente 0,3% e 0,2%).
Dai conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche emerge che il rapporto tra il deficit e il Pil, invece, nel terzo trimestre è stato pari al 2,1%, in lieve peggioramento (+0,1 punti percentuali) rispetto allo stesso trimestre del 2015. Guardando il dato cumulato dei primi tre trimestri, l’indebitamento netto si è attestato al 2,3% del Pil, in calo a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente (era al 2,6%).
La pressione fiscale – spiega l’Istituto – nel terzo trimestre del 2016 è stata pari al 40,8%, segnando una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 41,7%, è risultata invariata rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento, pari al 19,4%, è aumentato di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Gli investimenti fissi lordi - conclude l’Istat – hanno segnato una crescita del 2,2% in termini congiunturali e del 3,8% in termini tendenziali.
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