Commercio e investimenti deboli, salari e lavoro inadeguati. Vivoli: “Con rallentamento rischi maggiori per obiettivi di finanza pubblica
L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia e globali “alla luce dei recenti dati deludenti”. Oggi l’Istituto stima sul 2016 un più 1 per cento sul Pil della Penisola, ovvero 0,4 punti percentuali in meno rispetto alle stime del novembre scorso. Sull’economia globale il taglio è stato di 0,3 punti, al più 3 per cento. “La crescita sta rallentando in molte economie emergenti afferma l’Ocse nel suo Interim Economic Outlook, un parziale aggiornamento del rapporto semestrale di previsioni – con una ripresa modesta nelle economie avanzate mentre la debolezza dei prezzi deprime le esportazioni dei produttori di materie prime”.
“Commercio ed investimenti restano deboli – dice ancora l’ente parigino – la domanda a rilento sta portando a bassa inflazione e ad aumenti inadeguati di lavoro e salari””.
“Il rallentamento dell’economia internazionale, come suggerisce il susseguirsi di revisioni al ribasso delle stime di crescita, potrebbe porre dei problemi anche nel raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati con l’Europa. È fondamentale, quindi, che il Governo confermi di voler mantenere l’impegno preso e non faccia scattare gli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia: sarebbe un intervento controproducente proprio per la crescita”. A dichiararlo è il Presidente di Confesercenti Massimo Vivoli a seguito della diffusione delle previsioni di OCSE sul Pil italiano nel 2016, riviste al ribasso dall’1,4 all’1%.
“Negli ultimi mesi il leggero ritorno al consumo degli italiani è stato il principale impulso per la ripresa del nostro Pil. La frenata dell’economia globale e il persistere del credit crunch, infatti, hanno portato a risultati inferiori al previsto sia sul fronte delle esportazioni che su quello degli investimenti, che necessitano di maggiore tempo per materializzarsi. Aumentare il prelievo fiscale sui consumi ritoccando verso l’alto l’IVA – conclude il Presidente di Confesercenti – sarebbe dunque un grave errore, perché soffocherebbe sul nascere non solo la ripresa del mercato interno, ma quella di tutta l’economia, perdendo i tanti progressi effettuati fino ad ora. Le risorse per rimettere a posto i conti devono venire dalla spending review che, come ha ricordato anche oggi la Corte dei Conti, deve essere portata avanti più velocemente e con maggior coraggio. La razionalizzazione della spesa pubblica e l’eliminazione degli sprechi sono sempre state necessità fondamentali per il nostro Paese: oggi, visto il quadro internazionale, lo sono più che mai”.
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