Come abbiamo sempre sostenuto, il problema non sono le sanzioni, ma le commissioni, che incidono in modo eccessivo soprattutto per quelle attività che vendono prodotti e servizi con piccoli margini fissi, dai gestori carburanti alle tabaccherie. Un credito di imposta mirato – e adeguato nella dotazione delle risorse – potrebbe essere una soluzione efficace. In particolare, se riuscisse a far terminar la querelle, apparentemente infinita, suscitata dalla questione POS.
Così Confesercenti.
Da sempre pensiamo che una maggiore diffusione delle carte di credito e debito sia opportuna ed utile. Nel dibattito di questi giorni sul POS si è voluto, con toni molto spesso fuori dalle righe, associare la non accettazione della moneta elettronica alla evasione fiscale. Riteniamo giusto che chi vuole pagare con la carta di credito lo possa fare. Ma fino a che non ci saranno compensazioni con i costi delle commissioni, non si può chiedere di accettare i pagamenti via POS e rimetterci. Per noi la priorità era e rimane abbattere il costo della moneta elettronica, non rifiutare carte e bancomat ma rendere queste modalità di pagamento più convenienti.
L’articolo POS: Confesercenti, meglio credito di imposta che querelle infinita proviene da Confesercenti Nazionale.
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