Ricettività turistica, imposte e tariffe soffocano comparto: fatturato medio in calo del 5%, oltre 1800 chiusure nel 2013

Donati: “turismo ignorato, anche noi a Roma per mobilitazione imprese”. Il sottosegretario Giordano: “pronto set di misure, via libera quando finirà ingolfamento Camere”

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Il 2013 è stato l’ennesimo anno di crisi per il turismo italiano. La boccata d’ossigeno estiva – grazie alla piccola ripresa degli arrivi e della spesa dei turisti stranieri – a settembre è già svanita, mentre tasse e tariffe continuano a soffocare le imprese del settore ricettivo: su di esse la pressione fiscale e contributiva prevista per il 2014 sarà del 67,5%, quasi il 24% in più della media Ue e il 2% in più  di quella italiana. Ma pesano anche gli aumenti delle tariffe locali (+18,9% rispetto al 2011), in particolare per quanto riguarda la fornitura elettrica, per la quale un albergo medio nel 2013 ha pagato 5.221 euro in più rispetto al 2011. La questione fiscale, combinata al prolungato calo dei flussi di turisti italiani, ha portato a chiudere il 2013 in rosso: le imprese del comparto ricettivo hanno registrato una contrazione media del 5% del fatturato e oltre 1800 chiusure in 12 mesi, per un saldo negativo di 690 unità.

A diffondere i dati è Assohotel, l’associazione di categoria di Confesercenti che riunisce gli imprenditori della ricettività turistica, nel corso di “Valore Impresa – Sviluppo turismo”, il convegno organizzato in occasione dell’assemblea elettiva dell’associazione, oggi a Roma presso la sede di Confesercenti Nazionale. Al convengo, aperto dalla relazione del Presidente di Assohotel Filippo Donati, hanno preso parte, fra gli altri,  il Direttore di Enit Andrea Babbi e il Direttore del CISET Mara Manente. Ha concluso il sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni Culturali e del turismo, Simonetta Giordani,

“In tutto il mondo il turismo sta crescendo, mentre da noi rimane al palo”, spiega Filippo Donati, presidente di Assohotel. “Ma con i presenti livelli di pressione fiscale e contributiva, è difficile competere con i nostri rivali europei: bisogna intervenire per alleggerire un carico che ormai è diventato chiaramente insostenibile, e allo stesso tempo mettere in campo misure a favore della stagionalità lunga e della promozione turistica integrata. Eppure sul turismo, uno degli asset del nostro Paese, le istituzioni tacciono.Si tratta di un errore strategico: il settore turistico può essere il volano per spingerci finalmente fuori dalle secche della crisi. Faremo sentire anche noi la nostra voce, partecipando alla grande mobilitazione delle imprese organizzata da Rete Imprese Italia per il 18 febbraio a Roma”.

Natimortalità del settore ricettivo: nel 2013 sparite per sempre quasi 2 imprese al giorno

Le imprese dell’alloggio registrate nel 2013 sono poco più di 48.600. In questo periodo a fronte di 1.118 aperture hanno chiuso 1.808 imprese, con un saldo negativo di 690 unità: ne sono sparite quasi 2 al giorno. Osservando i flussi tra iscrizioni e cessazioni degli ultimi cinque anni, il 2013 sembra dunque essere stato l’anno peggiore, anche se si nota un leggero miglioramento nel numero di chiusure rispetto al 2012. Dal 2009 ad oggi il saldo negativo è di quasi 2.500 imprese.

 Imprese dell’alloggio

2009

2010

2011

2012

2013

Iscrizioni – Cessazioni

Saldi

Saldi

Saldi

Saldi

Saldi

Totale ITALIA

-132

-310

-652

-687

-690

Cessazioni

2009

2010

2011

2012

2013

Totale ITALIA

1.704

1.589

1.677

1.889

1.808

Iscrizioni

2009

2010

2011

2012

2013

Totale ITALIA

1.572

1.279

1.025

1.202

1.118

Fonte: Osservatorio Confesercenti e Infocamere

Un’estate corta: il recupero di luglio e agosto già svanito a settembre.

Dopo un 2012 davvero difficile per gli operatori del ricettivo, l’estate 2013 ha segnato un breve momento di recupero: si registra un +2.2% nel mese di luglio, con un’occupazione media delle camere del 64.4% e del +3,3% ad agosto, mese in cui la percentuale di camere occupate sale al 74%. Nel mese di settembre tuttavia la stagione si arresta con un calo delle vendite del 1,2%, determinato principalmente dal settore alberghiero. Il problema dell’Italia continua, pertanto, ad essere la forte stagionalità dei flussi turistici, con performance nettamente al di sotto delle potenzialità del settore fuori stagione: un ostacolo ignorato dalla politica, che dovrebbe promuovere una stagionalità più lunga con interventi di marketing e di promozione. Tra i turisti, crescono arrivi e spesa degli stranieri, soprattutto extra-Ue, ma rimane molto debole la domanda interna.

 

La questione fiscale: su comparto ricettivo pressione al 67,5%

Benché siano stati così rilevanti, i cambiamenti nella domanda non sono gli unici responsabili di tante difficoltà aziendali: pesano anche le condizioni di contesto in cui si trovano ad operare le nostre imprese, rispetto alle altre in Europa: dall’IVA più elevata al peso di imposte e tariffe. La “questione fiscale” è la causa principale delle difficoltà delle imprese turistiche in Italia. Nel nostro Paese le imprese registrano una pressione fiscale media del 65,8%, ed è ancora maggiore sulle imprese del settore ricettivo, dove raggiunge il 67,5%. Un dato che non ha uguali non solo in Europa ma anche nei principali Paesi industriali extra Ue, discostandosi del 24% dalla media Ue.

 

Le tariffe: dal 2011 boom delle locali (+18,9%) e dell’energia (+22,6%).

L’aumento medio annuo dei prezzi nel settore degli Alberghi e Pubblici Esercizi dal 2011 ad oggi è stato inferiore agli aumenti medi dell’inflazione generale. A fronte di un incremento cumulato del 5.4% da questo comparto si registra un aumento dell’indice generale dei prezzi al consumo del 7.2%. In questi anni i prezzi sono stati sollecitati soprattutto dal comparto degli energetici, sebbene nel 2013 si assiste a un rientro delle tensioni: il costo della benzina, del gasolio e del gpl alla pompa, dal 2011 è cresciuto in media del 28.5 per cento, le tariffe energetiche del 22.6 per cento, il gasolio da riscaldamento del 23,6%. Nella medesima direzione dei prodotti e delle tariffe energetiche si sono mossi anche i corrispettivi dei servizi pubblici locali (sui quali a pesare sono stati anche i tagli dei trasferimenti da parte dell’amministrazione centrale). Tra il 2011 e il 2013 le tariffe dei rifiuti solidi urbani crescono del 12.7 per cento, quelle dell’acqua potabile del 21.5 per cento, le tariffe sui trasporti urbani del 22% e quelli extra urbani del 21 per cento.

Prezzi al consumo per alcuni settori – NIC

 

2011

2012

2013*

Cumulata

Servizi

2,3

1,8

1,6

5,7

Alberghi e pubblici esercizi

2,2

1,5

1,7

5,4

Tariffe a controllo nazionale

3,8

2,4

0,8

7,0

Tariffe a controllo locale

7,3

7,2

4,4

18,9

Tariffe energetiche

6,3

13,4

2,9

22,6

Carburanti

15,7

14,8

-2,0

28,4

Indice generale dei prezzi

2,8

3,0

1,4

7,2

Nota: * i dati del 2013 arrivano al mese di settembre

Fonte: Indis Ref. Osservatorio prezzi Indis Unioncamere

Nel 2011 un albergo di 1000 mq spendeva per i rifiuti solidi urbani circa 4.856 euro l’anno, un ristorante di 180 mq 2.319. Con il decreto Salva Italia del 2011 è stata istituita la Tares – in sostituzione della Tarsu e dei regimi tributari della Tia 1/Tia 2 – che sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1 gennaio 2013. Con la Tares si ha un generale aggravio di spesa per tutte le imprese e per le famiglie: è infatti stabilita la copertura integrale dei costi di esercizio e investimento, elemento non previsto nel regime Tarsu e la maggiorazione per i servizi indivisibili (polizia municipale, illuminazione pubblica e verde pubblico). L’impatto del nuovo tributo sarà strettamente correlato alla tipologia di utenza. Si stima che un Albergo farà fronte a un aggravio di spesa per Rifiuti e Servizi indivisibili di 1.208 euro rispetto al 2011.

Stima spesa annua rifiuti solidi urbani

 

media semplice

2011

stime media 2013

differenza 2013-2011

Albergo 1000 mq

4.856

6.064

1.208

Ristorante 180 mq

2.315

3.464

1.149

Fonte: Stime Confesercenti su dati Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali Indis Ref

Sempre nel 2011 un albergo spendeva in un anno mediamente 16 mila euro per il servizio idrico integrato. In questi ultimi due anni stimiamo che la spesa sia cresciuta in media 878 euro.

Stima spesa media annua servizio idrico integrato

  media ponderata 2011

stima media

2013

Incremento di spesa

2011-2013

Albergo 8000 mc

16.893

17.771

878

Ristorante 1.800 mc

3.870

4.071

201

Fonte: Stime Confesercenti su dati Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali Indis Ref

Per quanto riguarda la fornitura elettrica, i dati Indis 2011, indicano per un albergo una spesa media all inclusive di circa 37 mila euro e per un ristorante di 12,6 mila euro; per la fornitura di gas naturale la spesa media di un albergo è di 13 mila euro e per un ristorante di 4 mila e 800.  Per queste due tariffe, si stima un incremento di oltre 5 mila euro l’anno per la fornitura di energia elettrica e di più di 1.500 euro per il gas naturale.

Stima incremento di spesa per energia elettrica e gas

STIME

Albergo

Ristorante

Incrementi di spesa 2011 – 2013

spesa 2011

spesa

2013

stima incremento

spesa 2011

spesa

2013

stima incremento

Fornitura energia elettrica

37.294

42.515

5.221

12.666

14.439

1.773

Fornitura gas naturale

13.305

14.835

1.530

4.834

5.390

556

Note: Albergo con consumo annuo di 200.000kWh di energia elettrica e di 20.000 Smc di gas;

ristorante con consumo annuo di energia elettrica di 65.000 kWh e di 7.000 Smc

Fonte: Stime Confesercenti su dati Rapporto sulle tariffe dei servizi pubblici locali Indis Ref

Giordani, pronto pacchetto misure sul turismo

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“Un pacchetto di misure come punto di partenza di un piano strategico per il rilancio del turismo”. Simonetta Giordani, sottosegretario del ministero Beni Culturali e Turismo, non vuole chiamarlo ”decreto valore turismo”, preferisce definirlo ”set di misure”. Si tratta, in ogni caso, di ”un provvedimento legislativo da emanarsi rapidamente”: ”Stiamo aspettando il via libera rispetto all’ingolfamento delle Camere di cui ha parlato il presidente Boldrini – ha detto il sottosegretario – non appena la situazione lo permettera’, porteremo il piano al Consiglio dei Ministri”.
Le misure annunciate da Simonetta Giordani riguardano, in particolare: il rafforzamento dell’Enit e l’affidamento della gestione del portale del turismo all’agenzia per favorire la promozione digitale della destinazione Italia, sgravi fiscali e un sistema di ”burocrazia zero” per rilanciare le imprese ricettive, il buono vacanza ”come prima misura di sostegno”, l’investimento sulla formazione attraverso tirocini formativi.    ”Queste cose vanno fatte ora e subito – ha detto il sottosegretario nel corso di ”Valore Impresa Sviluppo turismo”, il convegno organizzato in occasione dell’assemblea elettiva Assohotel – Abbiamo un problema di governance e di competitivita’ delle strutture ricettive e un gap nella pianificazione del governo che deve convergere verso lo sviluppo del turismo da piu’ fronti perche’ un ministro della Cultura e del Turismo da solo non basta: penso alle infrastrutture, alla logistica, al problema dei visti”.

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