Disponibile online il documento con l’analisi e le proposte di Rete Imprese Italia
Il 18 febbraio decine di migliaia di micro, piccoli e medi imprenditori scenderanno in piazza a Roma, per rivendicare una svolta urgente e concreta nella politica economica del Paese. E’ un evento storico, la prima mobilitazione generale delle PMI della storia italiana.
Piazza del Popolo sarà stracolma di imprenditori: sono stati già prenotati 400 pullman, 7000 posti sui treni e 2000 sugli aerei. E di giorno in giorno le adesioni aumentano. Scendiamo in campo per farci sentire, orgogliosi di essere il motore dell’Italia: le micro, piccole e medie imprese sono il 94% delle imprese italiane. Un mondo che garantisce la crescita e il benessere per tutti, oltre a quasi il 52% occupati e al 69% del fatturato del Paese.
Non è una manifestazione contro, ma per costruire: vogliamo riprenderci il nostro futuro. Con gli amici presidenti delle altre associazioni che compongono Rete Imprese Italia, Giacomo Basso, Giorgio Merletti, Carlo Sangalli, Daniele Vaccarino, abbiamo ritenuto fosse giunto il momento di farci sentire.
Questa mobilitazione arriva dopo anni crisi, che hanno sfiancato il Paese. Dal 2007 abbiamo perso il 9% del PIL, il reddito delle famiglie è diminuito quasi del 10%. Nel frattempo, le tasse – nazionali e locali – hanno raggiunto livelli ormai insostenibili, mentre il credito per le PMI cala ininterrottamente dal 2011.
Veniamo da un anno durissimo per le imprese e per le piccole in particolare. Nel 2013 hanno cessato l’attività 372mila imprese, mentre gli occupati sono diminuiti di 1 milione di unità. Nonostante questo, la pressione fiscale e contributiva sulle imprese è ancora al 66%, il 20% in più della media europea. Le tariffe non smettono di crescere e la riforma della tassazione locale si annuncia come l’ennesima batosta. Questa mobilitazione nasce per le difficoltà e le sofferenze evidenti degli imprenditori. Eppure continuiamo a sentire parlare di ripresa. Non vogliamo essere disfattisti: i segnali positivi ci sono, ma sono pochi e sono ancora troppo deboli. Tocca a noi tutti, a partire da Governo Parlamento, Regioni Comuni e parti sociali, trasformare i segnali in ripresa effettiva. Serve una svolta, e serve adesso: altri Paesi sono già tornati a crescere.
Noi intendiamo fare la nostra parte, ma vogliamo risposte chiare. Da parte delle imprese c’è una richiesta di cambiamento fortissima, finora rimasta inevasa. Noi chiediamo interventi su 10 punti precisi: riformare gli assetti istituzionali e garantire la governabilità; fare la riforma fiscale; far ripartire le imprese e uscire dall’emergenza occupazionale; dare credito alle imprese; proseguire nell’azione di semplificazione; tornare alla legalità, portare a competere più imprese sui mercati internazionali; innovare il sistema dei trasporti e della logistica; ridurre i costi energetici per le Pmi e infine superare il SISTRI. In particolare vogliamo una riforma fiscale che abbatta la pressione fiscale su lavoro, imprese e famiglie. Così come chiediamo con forza anche un intervento sul credito con il rafforzamento dei Confidi e del Fondo di Garanzia per le PMI. Le imprese chiedono anche che riprenda l’azione di semplificazione: la burocrazia costa alle PMI 30 miliardi ogni anno. Dobbiamo modernizzare la Pubblica Amministrazione e sciogliere il nodo dei debiti verso le imprese.
La politica ci deve ascoltare e agire: noi non molleremo. Siamo propositivi, ma incalzanti. Aperti al dialogo ma pronti a tornare in piazza se non avremo risposte concrete e rapide. Ieri abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Abbiamo illustrato le ragioni della nostra mobilitazione, e da parte del Presidente del Consiglio c’è disponibilità a incontrarsi dopo la mobilitazione, per predisporre un piano per le PMI.
Vigileremo: quanto è stato fatto finora non ci ha soddisfatto. Sono mancati interventi incisivi a favore delle imprese e dell’economia reale. Siamo convinti che 2014 deve essere anno di svolta, e che non vada sprecato come è accaduto finora. Si deve ripartire dalla crescita. Non ci sono scorciatoie. Non ce ne devono essere.
Nel seguente documento (in formato pdf) le ragioni della mobilitazione e le proposte avanzate da Rete Imprese Italia: DOCUMENTO-MANIFESTAZIONE-2014
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